Mercoledì 7 novembre 2012 31ª Settimana del Tempo Ordinario

  • VANGELO (Lc 14,25-33)
    Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
  • Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi
    ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non
    può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi
    per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro
    che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con
    diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei
    messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo discorso continua nella casa del fariseo che aveva invitato Gesù, tutto sembrava tranquillo ma il Signore subito mise in grande imbarazzo i dottori della legge e i farisei, ponendo questa domanda: “È lecito o no
curare di sabato?” (Lc 14,3). Erano imbarazzati e non rispondevano, davanti a loro c’era un uomo malato di
idropisia, il terrore li assalì pensando alla sua probabile guarigione. Infatti, “Gesù lo prese per mano, lo guarì e
lo congedò” (Lc 14,4).
Da questo fatto nacque la parabola dei primi posti ricercati affannosamente da quanti erano spinti dalla curiosità e dalla loro arroganza. Finito il racconto della parabola, tutti rimasero in silenzio per l’imbarazzo, solo
un uomo pieno di euforia gridò a Gesù: “Beato chi mangerà il pane nel Regno di Dio!” (Lc 14,15). E fu questa
frase detta con amore che diede modo a Gesù di raccontare un’altra parabola che noi abbiamo meditato ieri.
Una parabola piena di significati, come una miniera inesauribile di preziosi, più ne trovi maggiore ricchezza
ne ricevi e quanto rimane si moltiplica di continuo. Il banchetto spiegato come di un convito eterno che non avrà mai fine e il desiderio di Dio di farvi partecipare tutti i suoi figli. Purtroppo, sono molti quelli che per motivi puerili ed ingiustificati rifiutano di partecipare perché attratti da altri interessi.
Dio lascia ad ognuno la libertà di decidere il suo destino, Lui invece spalanca sempre le porte anche ai
peccatori pentiti!
La grande cena preparata dal padrone nel Vangelo di ieri e il seguente invito a tutti di partecipare, dimostra
l’infinita bontà di Dio, anche se la chiamata fu graduale perché Lui agisce sempre con giustizia, nel senso che
rispetta l’ordine della chiamata. Il riferimento principale era rivolto ad Israele che rifiutò la sua venuta, non riconobbe in Lui il Messia e addirittura Lo condannò a morte.
Gli ebrei rifiutarono l’invito dopo essere stati avvisati dai servi che il padrone aveva mandato per riferire che
la cena era pronta. L’usanza presso gli ebrei era di mandare i servi ad avvisare e a chiamare gli invitati, questi
però rifiutarono con pretesti ridicoli. Il padrone inviò i servi a chiamare altri invitati e questi andarono ma rimanevano molti posti vuoti. Nuovamente il padrone disse di andare a chiamare i poveri abbandonati lungo le strade e dietro le siepi, luogo scelto da essi per non essere visti.
Furono tre le chiamate del padrone, la prima fallì, mentre nella seconda e nella terza la partecipazione
fu piena.
Quando Gesù raccontava la parabola il significato della prima chiamata erano gli ebrei, della seconda erano i pagani, poveri di Grazie, storpi nella vita, ciechi perché privi della verità e zoppi perché incapaci di
muoversi soprannaturalmente. Infine Dio si rivolse anche ai popoli lontani e selvaggi, è la terza chiamata che
indica quanti non hanno mai conosciuto Dio e alla fine dei tempi molti di essi avranno la Grazia di capire la
verità.
Questi i riferimenti di Gesù mentre spiegava la parabola, invece se applicata ai giorni nostri nella prima
chiamata troviamo i Consacrati e i cristiani che rifiutano di servire Dio perché interessati ad altro. Nella seconda chiamata troviamo i poveri e quanti hanno sofferto con amore ogni genere di malattia e partecipano
al banchetto del Cielo. Vengono premiati. Lo stesso avverrà nella terza chiamata, saranno i popoli pagani
vissuti in buonafede a rispondere all’invito che Gesù farà a loro.
Gesù fa tre inviti: quello per amicizia ai Consacrati e ai cristiani; il secondo fatto per misericordia e il
terzo per eccesso di bontà.
Da questo importante discorso seguono due parabole per spiegare la vita cristiana, la necessità di prendere
sul serio questo cammino impegnativo. Nella prima parabola Gesù mostra che per costruire una torre occorre
sedersi (seduto al tavolo) e riflettere sulle spese da compiere per completarla, non è infatti saggio chi inizia e
ferma i lavori per mancanza di denaro. Quindi, occorre prevedere gli effetti delle nostre parole e delle nostre azioni, è inammissibile agire con avventatezza e in preda agli istinti più bassi. Un cristiano prevede per quanto è
capace l’evolversi di ciò che circonda la sua persona, agisce con lungimiranza.
La seconda parabola vede un re che vuole muovere guerra ad un altro re, così si raccoglie per vedere se le
sue forze sono sufficienti per vincere, in caso contrario cerca di arrivare ad un accordo di pace. Il cristiano si
raccoglie e valuta la possibilità di muovere guerra agli altri, ma si rende conto che le sue forze deve impegnarle
per amare Dio e il prossimo, quindi cercherà la pace con tutti.
Le due parabole indicano soprattutto che la vita cristiana è un edificio che bisogna costruire di continuo senza interrompere la crescita o costruzione spirituale. Indica pure che per costruire questo edificio
si ingaggia una guerra contro il mondo, il demonio e la carne. Occorre grande forza d’animo per resistere alle tempeste del mondo e alle tentazioni sottili e costanti.
Gesù oggi termina con queste parole: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio
discepolo”. È una parola forte che indica il distacco anche dalla mentalità dei propri familiari e dei parenti che
non accettano Gesù e rifiutano il Vangelo. Occorre sempre difendere la nostra Fede anche con i familiari poco
spirituali, considerando Dio il nostro vero Padre che ci ha dato la vita e la conserva.
Sono i parenti più stretti a causare difficoltà a molti credenti, essi devono abbandonarsi a Gesù e convincersi
che siamo stati creati per il Cielo, rimane un peso l’attaccamento alle cose materiali che passano, come la scena
di questo modo. Rinunciare ai propri averi significa vivere come se non ci fossero, utilizzarli senza considerarli
idoli o la garanzia della felicità.
Solo Gesù può renderci felici e buoni!

CONTINUIAMO LE INTENSE PREGHIERE ALLA MADONNA CON LA RECITA GIORNALIERA DEL SANTO ROSARIO PER ME, PER VINCERE L’ATTACCO PORTATO DA SATANA, SCIOGLIENDO QUESTO NODO OPPRESSIVO. CHI
MI VUOLE BENE, PREGHI MOLTO PER ME.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
Proposito
Oggi farò attenzione che dalla mia bocca non escano parole cattive o insulse.

Pensiero
I vostri beni altro non sono che un deposito che il buon Dio ha messo nelle vostre mani: dopo il vostro necessario e quello della vostra famiglia, il resto è dovuto ai poveri. (Santo Curato d’Ars)

Per superare le prove dolorose, non soccombere dinanzi gli attacchi dei nemici e ricevere Grazie particolari, anche miracoli impossibili, vi consiglio di recitare ogni giorno la preghiera efficace, già utilizzata da decine
di migliaia di fedeli. Sono migliaia le testimonianze di guarigioni e di liberazioni da attacchi malefici, moltissimi hanno superato prove difficili e ottenuto Grazie. Recitatela ogni giorno, è un potentissimo atto di Consacrazione alla Madonna. Potete stamparla dal mio sito:
https://www.gesuemaria.com/efficace-preghiera.html
“Continuiamo a recitare ogni giorno il Santo Rosario alle ore 16 e alle ore 21 in comunione di preghiera, già
siamo moltissimi a partecipare a questa cordata spirituale. Possiamo pregare in comunione di amore nelle
stesse ore, recitando il Santo Rosario ogni giorno secondo le intenzioni della Madonna. Ognuno decide se
partecipare alle due Corone oppure a una delle due. L’importante è recitare almeno una Corona al giorno in
comunione con Gesù, la Madonna e tra noi. Vi assicuro che le benedizioni saranno abbondanti e chi cerca Grazie le potrà ottenere con maggiore facilità, perché pregando insieme, la preghiera diventa potente”.
Messaggio della Madonna a Medjugorje del 2 novembre 2012
Cari figli, come Madre vi prego di perseverare come miei apostoli. Prego mio Figlio affinché vi dia la
sapienza e la forza divina. Prego affinché valutiate tutto attorno a voi secondo la verità di Dio e vi opponiate
fortemente a tutto quello che desidera allontanarvi da mio Figlio. Prego affinché testimoniate l’amore del Padre
Celeste secondo mio Figlio. Figli miei, vi è data la grande Grazia di essere testimoni dell’Amore di Dio. Non
prendete alla leggera la responsabilità a voi data. Non affliggete il mio Cuore materno. Come Madre desidero
fidarmi dei miei figli, dei miei apostoli. Attraverso il digiuno e la preghiera mi aprite la via affinché preghi mio
Figlio di essere accanto a voi ed affinché attraverso di voi il Suo Nome sia santificato. Pregate per i pastori,
perché niente di tutto questo sarebbe possibile senza di loro. Vi ringrazio.

Messaggio della Madonna a Medjugorje del 25 ottobre 2012
Cari figli! Anche oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni. Rinnovate il digiuno e la preghiera perché satana è astuto e attira molti cuori al peccato e alla perdizione. Io vi invito figlioli alla santità e a vivere nella
Grazia. Adorate mio Figlio affinché Lui vi colmi con la Sua pace e il Suo amore ai quali anelate. Grazie per
aver risposto alla mia chiamata.
Messaggio della Madonna a Medjugorje del 25 maggio 2012
Cari figli! Anche oggi vi invito alla conversione e alla santità. Dio desidera darvi la gioia e la pace attraverso
la preghiera ma voi, figlioli, siete ancora lontano, attaccati alla terra e alle cose della terra. Perciò vi invito
di nuovo: aprite il vostro cuore e il vostro sguardo verso Dio e le cose di Dio e la gioia e la pace regneranno nel
vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

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