Martedì 23 giugno 2020 XII Settimana del Tempo Ordinario
di
gesuemaria
·
14 Gennaio 2021
- VANGELO (Mt 7,6.12-14)
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. - Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le
vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per
sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa
infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via
che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e
angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In poche parole il Signore spiega quale atteggiamento è corretto utilizzare con i non credenti
o i vanitosi che presumono di avere compreso tutto dalla vita. In molte circostanze rimane
preferibile non perdere tempo con quanti si mostrano presuntuosi e quasi beffeggiano la nostra
Fede.
Il più delle volte è tempo sprecato parlare con loro di Gesù e del Vangelo storico, sono già
pieni di teorie frivole e immorali, i loro pensieri sono stabilizzati su convinzioni illogiche ma
convenienti per la vita condotta e che li illudono di vivere in una condizione privilegiata.
C’è una notevole distinzione tra i peccatori lontani da Gesù. Molti sono immersi nei vizi
che non controllano ma non rifiutano Dio pur essendo lontani, mentre altri numerosi
peccatori disonesti detestano Gesù, arrivano a compiere attacchi sistematici contro la
Chiesa e il suo vero Magistero. A questi ultimi e a tanti altri che irridono Dio e la
preghiera è inutile parlare delle cose spirituali.
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci». La citazione
dei due animali indica che ad essi bisogna dare da mangiare quello che è adeguato alle loro
necessità, è impensabile dare da mangiare libri spirituali o oggetti sacri ai cani, oppure far
mangiare ai porci oggetti preziosi.
Non è saggio parlare delle cose di Dio a quanti le disprezzano o con la loro vita esaltano
l’immoralità. È vero che non è mai sbagliato rivolgere avvertimenti e frasi del Vangelo, è
sbagliato accanirsi con le parole quando l’unica cosa da compiere è pregare per loro.
La ragione di questo insegnamento Gesù la spiega con il completamento delle parole di
sopra: «… perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi». Oltre a
oltraggiare la Parola di Dio, nei cattivi si innesca un odio incontrollato contro i veri cristiani.
Anche nelle famiglie spesso c’è difficoltà a testimoniare Gesù Cristo. In certi contesti non si
sa quando e se parlare della Messa e della necessità di pregare oppure fare silenzio per non
urtare qualche familiare. C’è sempre tanta sofferenza nel vedere un familiare lontano dalla
Grazia di Dio e smarrito nel mondo pagano.
Il cattolico più spirituale si preoccupa dell’anima del coniuge o dei figli e teme per la loro
dannazione eterna. Se da un lato questa preoccupazione spinge a pregare molto per i familiari,
c’è comunque da valutare la gravità della lontananza da Dio, il numero dei peccati che
aumentano e così diminuisce la possibilità di pentirsi e ritrovare Dio.
Come non si danno queste cose ai due animali, così è sbagliato cercare di convincere
dell’esistenza di Gesù chi disprezza intenzionalmente Dio o la Chiesa e mostra avversione
verso il sacro. È solo una perdita di tempo e l’insistenza potrebbe anzi chiudere ancora di più il
suo cuore.
Il dialogo con un ateo o ancora peggio con chi bestemmia Dio in molti modi, è infruttuoso e
se ascolta qualche consiglio è già un miracolo. Poi bisognerà pregare per la sua conversione e
qui agisce la Grazia di Dio e i miracoli avvengono.
La regola d’oro del Vangelo, sicuramente la migliore opera che compie l’uomo è di fare del
bene allo stesso modo in cui lo desidera per sé. «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a
voi, anche voi fatelo a loro».
Non si trova scritto in nessun testo delle altre religioni, troviamo invece «l’occhio per
occhio», e il comando di «tagliare la testa agli infedeli».
Fuori dal Cristianesimo si trova un linguaggio diverso se non opposto, non c’è un amore
incondizionato ma riti e obblighi imposti dagli uomini che scatenano l’orgoglio e le dispute tra
loro e i loro nemici diventano sempre più sanguinose.
Anche se Gesù ci propone la via angusta in questo nostro pellegrinaggio terreno, ha
promesso la felicità eterna a chi la intraprende. L’atteggiamento migliore per praticare questa
via angusta è la temperanza e la mortificazione.
La nostra vita è come un cammino che ha termine in Dio, si tratta di un cammino breve. Quel
che soprattutto importa è che, al nostro arrivo, ci venga aperta la porta del Paradiso e possiamo
entrare. In questa vita siamo noi a stabilire quale via scegliere e la destinazione eterna, non è
sempre corretto dare la responsabilità ad altri.
Nella vita di ogni persona si presentano due vie, due atteggiamenti di vita: cercare quel
che non richiede fatica, che risulta piacevole, accontentare il corpo e fuggire il sacrificio e
la penitenza; oppure, cercare la Volontà di Dio benché costi sforzi e rinunce, custodire i
sentimenti e dominare il corpo.
Siamo veri pellegrini in questo mondo, ognuno sceglie il percorso della sua vita, segue un
sentiero spirituale o una strada larga e spaziosa.
Il sentiero spirituale è conosciuto dai buoni, dai cristiani che arrivano alla temperanza e alla
mortificazione anche dopo anni di preghiera, l’importante però è arrivarci. Gesù è paziente,
attende con trepidazione la conversione di tutti, continua ad offrire all’umanità molte possibilità
di salvezza eterna.
I non credenti non avvertono la necessità di mettere in pratica alcune virtù essenziali o di
rinunciare a ciò che piace. Essi non seguono i valori cristiani e non trovano alcuna ragione per
compiere quelle rinunce che purificano dai vizi ed esaltano i talenti.
Noi abbiamo tanti motivi per rinunciare anche a quelle cose che effettivamente non ci
rendono felici ma solo appagati per poco tempo, per il possesso di qualcosa che piace o per
scelte di vita che apparentemente danno soddisfazione mentre nel tempo diventano pesanti e
insostenibili.
I seguaci di Gesù ponderano con prudenza, molti mondani rimangono intrappolati nei loro
errori e nei vizi, nell’euforia di una vita sprecata.
Una strada conduce al Cielo; l’altra conduce alla perdizione, e molti sono quelli che
entrano per essa e si perdono già adesso.
Dobbiamo chiederci spesso su quale via ci siamo incamminati e dove siamo diretti.
Pur con qualche sviamento e debolezza, siamo diretti al Cielo? È la via angusta quella che
stiamo percorrendo? Viviamo abitualmente la temperanza e la mortificazione, i piccoli
sacrifici? Qual è realmente il fine delle nostre azioni?
L’uomo è incline a scegliere la strada comoda della vita. Preferisce la porta larga che
favorisce ogni sregolatezza ma non conduce in Cielo.
La Via che Gesù ci indica è gioiosa e allegra, vi si incontra anche la croce, il sacrificio, la
temperanza (equilibrio, virtù, controllo di sé) e la mortificazione (rinuncia, sacrificio,
penitenza). È assolutamente necessaria la temperanza in questa vita per poter entrare nell’altra,
dove si trovano per l’eternità, senza mai aver fine, la felicità, la beatitudine e la visione di Dio!
1 Ave Maria per Padre Giulio
P.S.= Vi invito a recitare questa breve preghiera per una mia intenzione.
“O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a Te che hai ricevuto da Dio la
missione di schiacciare la testa di satana, io chiedo umilmente di mandare legioni celesti,
perché al tuo cospetto inseguano i demoni, li combattano, reprimano la loro audacia, liberino
da ogni male e li respingano nell’abisso. Amen”.
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