Martedì 4 giugno 2013 9ª Settimana del Tempo Ordinario

  • VANGELO (Mc 12,13-17)
    Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.
  • Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e
    gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a
    nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o
    no?». Ma Egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?».
    Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a
    Dio». E rimasero ammirati di Lui. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dopo avere raccontato la parabola dei vignaioli, Gesù si trova dinanzi alcuni farisei ed erodiani in cerca di
qualche accusa da formulare subdolamente contro Lui. Però prima ritorno alla parabola di ieri per focalizzare
ancora quella Pietra, chiave della volta che sostiene e fonda l’intero edificio della Chiesa. Gesù si è costituito
Pietra fondamentale della Chiesa e di ogni uomo, senza questa Pietra l’edificio inevitabilmente crolla.
Dopo la Risurrezione del Signore, San Pietro trovandosi davanti al sinedrio non ebbe timore nell’affermare
l’onnipotenza di questa Pietra che i sacerdoti del tempio illusoriamente pensavano di avere distrutto. Gesù è una
Pietra d’inciampo, quanti la toccano o si santificano o si fanno molto male. Queste le parole dell’Apostolo:
“Questo Gesù è la Pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo” (At 4,11).
La vita del cristiano deve necessariamente poggiare su questa Pietra d’angolo, tutta la costruzione esistenziale si sostiene su di essa e non può che essere così. La Fede deve toccare tutti gli interessi del credente: famiglia,
affetti, lavoro, tempo. Non si è seguaci di Gesù a ore stabilite o solamente qualche giorno della settimana.
Quando la vita del cristiano poggia sulla Pietra d’angolo, tutto diventa più soave anche quanto è complicato nella vita.
Chi ama veramente Gesù trasporta la Luce Divina in tutto ciò che compie, diventa lui stesso strumento dell’azione di Dio.
Oggi molti non danno più importanza a questa Luce e seguono l’istinto. Proprio ieri Papa Francesco ha nuovamente condannato il carrierismo all’interno della Chiesa e ha parlato di molti corrotti che vogliono “impadronirsi della vigna e hanno perso il rapporto con il Padrone della vigna”. Questo tema del carrierismo è molto attuale e ne parla molto spesso, lo ha fatto anche ieri indicando proprio quei Consacrati a Dio che hanno dimenticato la loro missione.
Le persone che volevano impadronirsi della vigna «si son sentite forti, si sono sentite autonome da Dio.
Questi, pian pianino, sono scivolati su quella autonomia, l’autonomia nel rapporto con Dio: “Noi non abbiamo
bisogno di quel Padrone, che non venga a disturbarci!”. E noi andiamo avanti con questo. Questi sono i corrotti! Quelli che erano peccatori come tutti noi, ma hanno fatto un passo avanti, come se fossero proprio consolidati nel peccato: non hanno bisogno di Dio! Ma questo sembra, perché nel loro codice genetico c’è questo
rapporto con Dio. E come questo non possono negarlo, fanno un dio speciale: loro stessi sono dio. Sono i corrotti. Questo è un pericolo anche per noi».
Ha detto ancora il Papa: “Nelle comunità cristiane i corrotti pensano solo al proprio gruppo, e a loro stessi.
Giuda ha incominciato: da peccatore avaro è finito nella corruzione. È una strada pericolosa la strada dell’autonomia: i corrotti sono grandi smemorati, hanno dimenticato questo amore, con il quale il Signore ha fatto la
vigna, ha fatto loro! Hanno tagliato il rapporto con questo amore! E loro diventano adoratori di se stessi.
Quanto male fanno i corrotti nelle comunità cristiane! Che il Signore ci liberi dallo scivolare su questa strada della corruzione”.
Il motivo che porta alla dissoluzione della vita spirituale è sempre l’attivismo, invece i Consacrati a Dio sono
chiamati innanzitutto alla contemplazione delle cose di Dio e poi all’azione. Ma l’azione deve risultare sempre
di minor tempo rispetto alla preghiera e alla contemplazione, sono queste a decretare la riuscita delle iniziative
religiose.
La problematica di questo tempo è l’interpretazione sbagliata del Cristianesimo, da molti Consacrati viene
considerato esclusivamente sotto l’aspetto sociologico, è un dramma nella Chiesa, infatti 32 anni fa fu Papa
Giovanni Paolo II a denunciarlo, in occasione di un convegno per le Missioni al popolo. Queste le sue parole:
«Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte,
si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la
Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale,
creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e
morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo
vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva» (Osservatore Romano, 7 febbraio 1981).
Proprio oggi il Vangelo ci dice che bisogna dare a Dio quello che appartiene a Dio, l’adorazione, il servizio
totale da parte dei Consacrati, il rispetto, l’osservanza delle sue Leggi. Non ci si può interessare dei problemi di
competenza dello Stato, la Chiesa non ha come missione quella di dare soluzioni alle realtà temporali. Il Regno
di Gesù non è di questo mondo, è esclusivamente spirituale e questo aspetto deve interessare quei Prelati che
dedicano il loro tempo alle cose del mondo.
Occuparsi dei poveri e dei peccatori che conducono un’esistenza immorale è anche compito della Chiesa, ma
non per strumentalizzarli o per avere notorietà. Migliaia di giovani benedicono quei Sacerdoti che hanno donato
la vita per redimerli da peccati immondi, per salvare le loro anime. Per mezzo di questi Sacerdoti i giovani hanno incontrato Gesù e la loro vita è iniziata davvero, così è successo a migliaia e migliaia di genitori che per anni
hanno pianto e disperato per la corruzione dei figli.
Senza voler condannare nessuno, rifletto su due Sacerdoti impegnati nel sociale, uno è morto da alcuni anni,
l’altro continua imperterrito a presenziare in molti programmi televisivi. Da quello che leggo sui quotidiani,
don Mazzi è abbastanza presente nelle trasmissioni di gossip che non hanno nulla da spartire con la sua missione. Lui è pure guida della comunità di recupero di ex tossicodipendenti. Libero di scegliere come trascorrere il
suo tempo.
Invece, l’altro è don Oreste Benzi, ha operato dal 1973 nel vasto ambiente dell’emarginazione e della povertà fino alla morte avvenuta il 2 novembre 2007. Ha fondato 40 Comunità di accoglienza nel mondo, ha salvato
anche innumerevoli prostitute dalla strada, insieme ad altri collaboratori ed anziano andava nelle strade perdute
dell’infelicità per parlare di Gesù e illuminare quelle sventurate che stavano perdendo tutto. Don Oreste ha anche pagato molti soldi per il riscatto di donne che avevano un debito economico con lo sfruttatore di prostitute.
Molte donne sono state liberate dalla schiavitù della prostituzione.
Don Oreste non amava essere protagonista, proprio come quelli che hanno trovato il Tesoro e non cercano
altro, nelle cose del mondo non trovano alcuna felicità. Pregava… questa era l’occupazione più cara di Don Oreste, aveva capito che la riuscita della sua missione era condizionata dalla preghiera e quando un Sacerdote comprende questo, si preoccupa solo della salvezza delle anime e non delle cose del mondo.
La Chiesa oggi ha bisogno di molti Consacrati dediti solo alle cose di Dio, a tempo pieno, senza digressioni
e convinti che le anime si salvano solamente con la preghiera e una vita virtuosa.

CONTINUIAMO LE INTENSE PREGHIERE ALLA MADONNA CON LA RECITA GIORNALIERA DEL SANTO ROSARIO PER ME, PER VINCERE L’ATTACCO PORTATO DA SATANA, SCIOGLIENDO QUESTO NODO OPPRESSIVO. CHI
MI VUOLE BENE, PREGHI MOLTO PER ME.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Guardando il Crocifisso esprimiamo a Gesù la nostra volontà di accettare le sofferenze e di unirle alle sue
per la salvezza del mondo e la conversione dei peccatori.

Pensiero
Sono due le cose che devono indurci all’umiltà: le miserie del nostro essere e la vita rapida che fugge
(Sant’Antonio).

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