Mercoledì 16 aprile 2014 Settimana Santa
di
gesuemaria
·
14 Gennaio 2021
- VANGELO (Mt 26,14-25)
Il Figlio dell’Uomo se ne va, come sta scritto di Lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’Uomo
viene tradito! - Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete
darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava
l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli
dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in
città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I
discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i
Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo
con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai
a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In un mio libro ho spiegato la sicura dannazione eterna di Giuda, qualsiasi persona con un po’ di buon senso
arriva a questa conclusione. Ci sono però determinati cristiani che per ragioni diverse ma tutte fondate sul modernismo, la contestano e la mettono in dubbio ricorrendo alla misericordia di Dio e ad altri pretesti diabolici.
I pretesti li voglio indicare con questo termine luciferino, perché sono giustificazioni che contrastano la Sacra Scrittura, la Parola del Vangelo. Non c’è un solo appiglio che possa far pensare anche di sfuggita alla salvezza eterna di Giuda, e se vogliamo considerare la misericordia infinita di Dio, dobbiamo anteporre il pentimento del peccatore. Nel caso di Giuda non c’è stato, perché non si sarebbe impiccato.
Giuda si è impiccato come un disperato, già la sua morte è la grande prova. Ma c’è di più, ci sono le
parole di Gesù.
Leggiamo cosa dice oggi il Signore riguardo Giuda, sono parole che in tutto il Vangelo non le rivolge a nessun altro, neanche i suoi più grandi nemici e i suoi torturatori hanno ricevuto queste parole. Il tradimento di uno
che era stato tra i Dodici Apostoli per Gesù è uno degli aspetti della bestemmia contro lo Spirito Santo: è un
peccato che non si può perdonare.
Vi ho spiegato che non si tratta di bestemmia intesa come parole offensive allo Spirito Santo, sono comportamenti e disposizioni interiori simili a quelli dei diavoli.
Analizziamo queste parole: “Il Figlio dell’Uomo se ne va, come sta scritto di Lui; ma guai a quell’uomo dal
quale il Figlio dell’Uomo viene tradito!”. Più che un ammonimento è una condanna anticipata perché Gesù conosceva il cuore dell’infame e la modalità del tradimento.
Il “guai” che Gesù lancia contro il traditore, preannuncia una conseguente sua rovina, non è un richiamo come si ripete nel mondo, una espressione di finta minaccia per evitare determinate azioni. Il “guai” di Gesù è irreversibile perché il traditore si era posto nella situazione di non ritorno.
Ma per far comprendere meglio la rovina di chi Lo tradisce, davanti agli Apostoli Gesù aggiunge una frase
che mette i brividi, Dio non l’ha detta neanche ai diavoli perché essi all’inizio erano puri: “Meglio per
quell’uomo se non fosse mai nato!”.
Non ci sono margini di speranza in una affermazione di questa portata. Giuda ha organizzato tutto contro
Gesù e nell’Ultima Cena avviene un fatto tremendo che abbiamo incontrato nel Vangelo di ieri e che fa comprendere a quale stato spirituale infimo era ridotto Giuda.
Dopo la frase spaventosa e tagliente di Gesù: “Uno di voi mi tradirà”, Giovanni gli chiese sottovoce: «”Signore, chi è?”. Rispose Gesù: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò”. E, intinto il boccone, lo
prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, satana entrò in lui».
Dopo avere mangiato l’Eucaristia in uno stato peccaminoso difficile da indicare con termini umani, ma abominevoli, satana prese possesso di Giuda. Non c’è alcuna attenuante per lui, era fin troppo lucido in quello che
faceva. Difendere Giuda alla luce delle parole di Gesù e della Scrittura è irriverente e provocatorio. Nessuno è
felice per la sua sorte, lui ha scelto il suo futuro.
Considerare Giuda salvo è un tentativo per consolare la propria coscienza, un modo per non pensare all’inferno che attende quanti commettono con molta soddisfazione peccati abominevoli e continuano a commetterli
sfrontatamente. Senza alcun pentimento e continuando a tradire Gesù con lucidità e intenzionalità. Preghiamo
per tutti loro e speriamo nella loro conversione.
1 Ave Maria per Padre Giulio
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